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14 aprile 2021"Una vergogna". Insorge il M5s commentando la decisione della Commissione Contenziosa del Senato che ha stabilito il diritto al vitalizio per Roberto Formigoni, ex parlamentare ed ex presidente della Regione Lombardia, dopo che questi aveva fatto ricorso contro la sospensione a seguito della condanna definitiva a 5 anni e 10 mesi di reclusione per corruzione. "Aspettiamo di conoscere le motivazioni della Commissione Contenziosa, certo è che in un momento di grave difficoltà in cui versano i cittadini italiani, vedere assegnato il vitalizio a un condannato, Roberto Formigoni, è inaudito". Così su Twitter il senatore M5S Gianluca Castaldi.

"Gli italiani che ogni giorno lavorano e cercano di arrivare a fine mese ringraziano di cuore Caliendo, Pillon e Riccardi che hanno detto sì alla pensione/vitalizio per il condannato #Formigoni. Una vergogna inaudita" scrive ancora in un tweet la vice presidente del Senato Paola Taverna. "Senza parole. Roberto Formigoni, ex senatore, ex Presidente Lombardia, ma soprattutto condannato in via definitiva per corruzione, ora ai domiciliari, avrà la pensione. Sapete chi lo ha deciso? La Commissione contenziosa al Senato dove solo 1 senatore su 5 è M5S. Che schifo!" attacca a sua volta il deputato del M5S, Stefano Buffagni.

Senza parole
Roberto Formigoni, ex senatore, ex Presidente Lombardia, ma soprattutto condannato in via definitiva per corruzione, ora ai domiciliari, avrà la pensione.😡
Sapete chi lo ha deciso?
La Commissione contenziosa al Senato dove solo 1 senatore su 5 è M5S. Che schifo!🤮

— Stefano Buffagni (@SBuffagni) April 13, 2021

Formigoni: "Misura di giustizia non solo per me ma per tanti altri cittadini"
Formigoni appresa la notizia ha commentato: "Ho visto la decisione. Ho fatto bene a fare ricorso perché ho ottenuto una misura di giustizia non solo per me ma per tanti altri cittadini".

"Annullata la cosiddetta delibera Grasso-Boldrini"
Con questa decisione viene così annullata la cosiddetta delibera Grasso-Boldrini del 2015 che sottraeva il vitalizio. "La decisione, che tiene conto - precisa Giacomo Caliendo, senatore di Forza Italia e presidente della commissione adita da Formigoni - di sentenze della Corte costituzionale e delle leggi che si sono susseguite dal 1966 fino al 2019 sul diritto alla pensione che non può essere sospeso se non in caso di evasione o latitanza, è una interpretazione basata sulle norme vigenti e si applica erga omnes, non riguarda il caso singolo". Dovrebbe quindi consentire, se il Senato non promuoverà ulteriori azioni per opporsi (in sede di Consiglio di Garanzia) anche all'ex presidente della Regione Abruzzo Ottaviano Del Turco di riavere il vitalizio.

Sentenza 21 febbraio 2019: Corte di Cassazione condanna il 'Celeste' a 5 anni e 10 mesi
I problemi con la giustizia di Roberto Formigoni, ex parlamentare ed ex presidente della Regione Lombardia, risalgono all'aprile del 2012 quando scoppiò il caso Maugeri, una delle eccellenze della sanità lombarda. La Procura di Milano dispose l'arresto di cinque persone, accusate di aver sottratto 56 milioni di euro dalle casse della Fondazione Maugeri. Tra gli arrestati, anche l'uomo d'affari Pierangelo Daccò, amico di amico di Formigoni e uomo vicino a Comunione e Liberazione, di cui fa parte l'allora presidente della Lombardia. L'inchiesta si allarga coinvolgendo anche il San Raffaele.

Il processo si apre il 6 maggio 2014: secondo i pm di Milano, dalle casse della Maugeri sarebbero usciti soldi confluiti sui conti delle società di Daccò, che avrebbero garantito a Roberto Formigoni circa 8 milioni di euro tra contanti, viaggi, e la disponibilità di tre yacht. In cambio, Formigoni avrebbe favorito la Maugeri e il San Raffaele garantendo rimborsi indebiti. I pm chiedono 9 anni di carcere per Formigoni, imputato per associazione a delinquere e corruzione. La sentenza arriva nel dicembre 2016 con la condanna a 6 anni di reclusione. Pena aggravata dalla Corte d'Appello di Milano a 7 anni e 6 mesi. Poi la sentenza definitiva del 21 febbraio 2019 con la decisione della Corte di Cassazione che condanna il 'Celeste' a 5 anni e 10 mesi, con un leggero sconto di pena per prescrizione. E' stato detenuto nel carcere di Bollate dal 22 febbraio al 22 luglio 2019, quando gli è stata concessa la detenzione domiciliare, in quanto ultrasettantenne, come richiesto dalla difesa.