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14 aprile 2021Il presidente sudcoreano Moon Jae-in ha ordinato ai funzionari governativi di valutare di impugnare al Tribunale internazionale del diritto del mare la decisione del Giappone di rilasciare nell'oceano 1,25 milioni di tonnellate di acqua radioattiva trattata dalla centrale nucleare di Fukushima Daiichi. Moon ha dato istruzioni prima di incontrare il nuovo ambasciatore giapponese, Koichi Aiboshi, cui ha espresso "grande preoccupazione" perché i due paesi sono geograficamente vicini, chiedendogli di portare il suo messaggio a Tokyo.

L'ipotesi più accreditata, secondo la Yonhap, sarebbe quella di una richiesta formale sull'adozione di una prima e urgente misura provvisoria, simile a una "ingiunzione da parte del tribunale" per il blocco di ogni piano. 
L'annuncio di Tokyo ha suscitato grande indignazione e preoccupazione in Corea del Sud ma anche in Cina. 

Il rilascio delle acque nel 2022
Secondo quanto annunciato dalla Tokyo Electric Power Company Holdings Inc. (TEPCO), gestore dell'impianto nucleare di Fukushima danneggiata nel 2011, le procedure di rilascio in mare delle acque di raffreddamento radioattive della centrale potrebbe richiedere "tra 30 e 40 anni di tempo".

Secondo gli esperti, saranno necessari almeno due anni di lavori preparatori prima dell'inizio del rilascio, per cui saranno necessari nuovi serbatoi di contenimento da costruire rapidamente già nei prossimi mesi. Dopo il via libera del governo all'operazione, annunciata formalmente ieri, la TEPCO dovrà ora sottoporre all'approvazione dell'autorità di regolamentazione nucleare il suo piano di intervento e di trattamento delle acque da rilasciare in mare.

Intanto, l'autorità di regolamentazione nucleare giapponese ha vietato all'operatore della centrale nucleare di  Fukushima di riprendere le operazioni in un altro impianto, quello di  Kashiwazaki-Kariwa, a causa di gravi falle nella sicurezza. A renderlo noto è stata la stessa Nuclear Regulation Authority (NRA) che ha ufficialmente vietato alla Tokyo Electric Power - dopo un primo  provvedimento e la mancata risposta del gestore - di trasportare combustibile nucleare nella centrale di Kashiwazaki-Kariwa o di caricare combustibile nei suoi reattori, situati sulla costa del Mar  del Giappone.